Comuni segni clinici sono:
- difficoltà e dolore nell’atto della minzione
- presenza di sangue nelle urine
- minzione in luoghi inappropriati
- leccamento dei genitali
- sintomi gastroenterici
- anoressia
- andamento ingravescente
Nel corso degli ultimi anni una migliore conoscenza della patologia ha permesso di impostare trattamenti mirati a correggere le cause sottostanti tuttavia ancora oggi molte FLUTD non vengono eziologicamente identificate e, in una alta percentuale di casi, sono classificate come idiopatiche, ovvero di cui non si conosce la causa.
Vengono genericamente suddivise in forme non ostruttive e ostruttive.
Nel primo caso non si verifica una vera e propria ostruzione delle vie urinarie e i sintomi sono generalmente meno accentuati.
E’ possibile approcciare il paziente con un trattamento conservativo.
In caso di FLUTD ostruttive il paziente viene portato in visita con segni clinici riferibili ad iperazotemia post-renale, più o meno gravi in base al livello di attenzione del proprietario ed alla tempestività d’intervento.
In questi casi la stabilizzazione del paziente con trattamento d’urgenza dei disturbi elettrolitici e del ritmo cardiaco associati al posizionamento di un catetere vescicale sono indispensabile per ripristinare la filtrazione renale.
Il corretto inquadramento del paziente affetto da FLUTD passa da un attento segnalamento e un’accurata anamnesi, dall’esecuzione di indagini di laboratorio (esame emocromocitometrico, profilo biochimico, emogasanalisi ed esame delle urine) e di diagnostica per immagini, radiografica ed ecografia.
Il principale obiettivo del percorso diagnostico è volto a individuare la causa sottostante al problema, individuare la terapia più appropriata e ridurre così l’elevata frequenza di recidive.
Prima di essere classificate come idiopatiche, è necessario escludere le cause litiasiche, i difetti anatomici, le patologie neoplastiche, le problematiche comportamentali e le infezioni.
Plug: rappresentano la più frequente causa di ostruzione uretrale nel gatto. Sono composti da matrice proteica di derivazione ematica e parietale vescicale; in alcuni casi possono essere frammisti a cristalli.
I pazienti affetti da plug devono essere gestiti nel tempo identificando eventuali difetti anatomici e/o cause di infezione, regolando di conseguenza la secrezione di proteine di parete, riducendo la cristalluria quando significativa e favorendo l’assunzione idrica.
Litiasi: l’approccio terapeutico, dipendente dalla natura del calcolo; può essere basato su terapia dietetica di dissoluzione (es. struvite) oppure, nel caso di calcoli non dieta-responsivi (es. ossalato di calcio) sulla loro rimozione chirurgica.
Quando viene diagnosticata una litiasi delle basse vie urinarie è sempre opportuno escludere la presenza di difetti anatomici, congeniti o acquisiti, che potrebbero rendere inutili le gestioni dietetiche di prevenzione.
In questi casi occorre adottare delle misure volte a favorire l’assunzione di acqua da parte dei pazienti.
Difetti anatomici/neoplasie: quando identificati, devono essere trattati in quanto frequente causa di insuccessi terapeutici. La loro risoluzione è, nella maggior parte dei casi, chirurgica.
Infezioni: il tasso di FLUTD, ostruttive e non ostruttive, associato o conseguente a colonizzazione batterica dell’uretra e/o della vescica si attesta sull’1-3% di tutti i casi. La bassissima percentuale di infezioni è ancor più significativa se si pensa al fatto che circa il 50% di queste sembrerebbero iatrogene.
I dati disponibili ci aiutano a rivedere profondamente la necessità della terapia antibiotica, troppo frequentemente impostata a fronte di generici sintomi riferibili a disuria, e sottolineano l’importanza di un corretto esame delle urine (sedimento ed eventuale esame colturale associato ad antibiogramma).
Forme idiopatiche: rappresentano una sfida per il Medico Veterinario e spesso la loro soluzione coincide con la comprensione del punto di vista del gatto: dei suoi rapporti con il proprietario, il territorio che lo circonda e gli altri ospiti con cui ne condivide i confini.
Vengono diagnosticate una volta escluse tutte le altre cause. Percentualmente sono le maggiormente rappresentate nell’ambito delle forme non ostruttive e le seconde nel gruppo delle forme ostruttive.
In questo contesto l’approccio terapeutico è di tipo preventivo e articolato quanto lo è il loro meccanismo patogenetico e prevede una prima fase di “lettura” del paziente per tentare di identificare e minimizzare i fattori che possono determinare stress.
In questi casi i tempi di ospedalizzazione del paziente devono essere ridotti al minimo e vanno privilegiati ricoveri esclusivi per gatti (lontani da rumori e da pazienti canini), in gabbie di spazio adeguato per ospitare la lettiera e le ciotole, e un box o casetta dedicata per consentire al gatto di nascondersi. L’utilizzo di musica di sottofondo, ed un rumore ambientale ridotto sono fortemente consigliati.